In Inghilterra la vera psicoterapia sociale.
Da alcuni anni in Inghilterra è in corso uno dei più grandi esperimenti per la cura delle malattie mentali al mondo, con centinaia di psicologi pagati dal servizio sanitario nazionale per trattare disturbi come depressione e ricorrenti stati d’ansia. E’ la “vera” psicoterapia sociale. I cittadini possono accedere a cure psicologiche attraverso il Sistema Sanitario Nazionale del Regno Unito. Anche in Italia il SSN dispone di alcuni psicoterapeuti ma , salvo rare eccezioni, si limita a fornire esclusivamente supporto psichiatrico per i casi più gravi. Il progetto in atto in Inghilterra ha cambiato sensibilmente il modo in cui sono percepiti i disordini mentali dalla popolazione: da condizioni di cui era meglio non parlare, per vergogna o imbarazzo, a disturbi paragonabili ad altre comuni malattie o a un braccio rotto. L’esperimento sta dando risultati promettenti e potrebbe essere esteso al resto del Regno Unito nei prossimi anni, dalle grandi città ai centri urbani più piccoli e sparsi nelle campagne del paese.
Prima di questa iniziativa, se una persona cercava aiuto dal suo medico curante, riceveva di solito qualche consiglio generico e la prescrizione di farmaci per superare attacchi d’ansia e stati depressivi, magari dopo una sommaria visita specialistica. Le alternative, come l’avvio di una terapia psicologica che richiede mesi se non anni, erano poco praticabili a causa dello scarso numero di terapeuti nel sistema sanitario pubblico, i lunghi tempi di attesa e la difficoltà per molti di potersi permettere visite private. Problemi simili affliggono, con varia intensità a seconda dei casi, molti dei sistemi sanitari pubblici in giro per il mondo.

La terapia inizia già formalmente la prima volta che si viene richiamati. Il terapeuta, di solito al telefono, conduce un’intervista piuttosto approfondita del paziente per determinare quali siano le sue condizioni, le possibili cause dei suoi disturbi e se possa costituire un pericolo per se stesso. La maggior parte dei casi è gestibile attraverso una terapia a bassa intensità, con sedute psicologiche tenute periodicamente al telefono. Nei casi più complicati, può invece essere indicata una terapia di persona o di gruppo, con altri pazienti. Diagnosi al telefono e suddivisione delle terapie a seconda dei casi hanno permesso al programma di contenere i costi, offrendo al tempo stesso un servizio esteso e senza lunghi tempi di attesa per i pazienti.
Da quando è iniziato il programma, il tasso di persone curate grazie alla psicoterapia sociale è aumentato sensibilmente, anche se non è ancora possibile valutare i suoi effetti nel lungo periodo. Per questo c’è in progetto un tipo di valutazione che seguirà i pazienti a distanza di anni dalla fine della loro terapia.
L’assistenza rapida e continuativa ha aiutato migliaia di persone a superare momenti difficili, o ad avviare terapie adeguate per superare depressione, ansia, fobie e altri disturbi. Persone che in assenza di terapie adeguate sarebbero diventate via via meno produttive, più isolate e nel complesso un costo sociale per tutta la comunità. I buoni risultati e la richiesta crescente di assistenza – si stima che abbia usufruito del servizio un milione di persone – hanno spinto finora il governo britannico a offrire risorse e a estendere il piano anno dopo anno.
Il programma di assistenza psicologica pubblica non è naturalmente perfetto, come riconoscono gli stessi esperti coinvolti. Una delle riserve principali è legata al fatto che nella maggior parte dei casi la psicoterapia consigliata è di tipo cognitivo-comportamentale, a scapito di altre tipologie di trattamenti. La TCC è sicuramente uno dei metodi più efficaci ed è utilizzata in tutto il mondo con risultati soddisfacenti, ma non può comunque rispondere a tutte le esigenze dei pazienti. Per questo negli ultimi anni gli esperti hanno suggerito di mantenere un approccio più aperto e che comprenda altri tipi di terapie, anche se richiedono più tempo e quindi un maggior numero di sedute per paziente.
Il successo dell’iniziativa ha inoltre portato a un aumento consistente della domanda e alcuni centri iniziano ad avere liste d’attesa lunga, che talvolta tradiscono l’obiettivo di rispondere quanto prima alle esigenze dei pazienti. I tempi di attesa sono più lunghi per chi deve iniziare una terapia di persona, ma non superano comunque i 30 giorni, mentre sono molto inferiori per chi viene assegnato a un terapeuta al telefono o tramite assistenza online. La rapida evasione delle prime richieste consente inoltre di identificare i pazienti che hanno effettivo bisogno di aiuto, e in tempi rapidi, da chi magari non necessita di una terapia vera e propria, ma solo di qualche consulenza.
In Italia, purtroppo, siamo molto lontani da questo tipo di iniziative da parte del servizio pubblico. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, alcuni privati hanno cercato di ovviare a questa carenza istituendo servizi di psicoterapia sociale economicamente più accessibile per i cittadini e alcune di queste iniziative effettivamente hanno portato buoni frutti.
Oggi però, anche questo tipo di iniziative, nonostante il nobile intento, sembrano essere diventate un business conveniente quasi esclusivamente per le aziende, spesso scuole di specializzazione in psicoterapia, che sfruttano i propri specializzandi (pagandoli cifre ridicole o non pagandoli affatto) e non offrono la giusta trasparenza nei confronti dei fruitori dei loro servizi. I clienti a fronte di un costo effettivamente basso rispetto ad una tradizionale psicoterapia, molto raramente vengono informati che i terapeuti che li hanno in carica in realtà sono ancora studenti in formazione e non psicoterapeuti abilitati e regolarmente iscritti al proprio albo di appartenenza con la qualifica di psicoterapeuta.
Fonti: